la mia casa piena di pappagalli
e mansueti tori
ritagliati nella lontananza grigia
di una parabola di radura.
e mansueti tori
ritagliati nella lontananza grigia
di una parabola di radura.
con crepe la mia casa strapazzata
un cartellone di vendesi
e un corteo di garofani rossi in processione
per accompagnare con la basca in testa al passo
la marcia radicale di questo nuovo feretro
Padre della patria che non è mai stata.
per accompagnare con la basca in testa al passo
la marcia radicale di questo nuovo feretro
Padre della patria che non è mai stata.
la mia cara casa con dengue
buttata giù la mia casa
colle tegole volate via
colle tegole volate via
fatta un giorno qualsiasi degli ultimi
cinquecento anni
cinquecento anni
col fango e la calce bianca
orfana d'indi-fferenza
la mia casa con una lacrima per l'asciutta
pioggia che non arriva.
agitata da un morto altrui
con la siccità in millimetri di fame
cogli spiccioli contati e i voti
che costano ciò che costa un paio di scarpe
di miseria in miseria
la mia casa sfrattata.
un animale ha tarlato l'oggi
fin dall'inizio. è una giungla
selvaggia la casa
come l'edera che screpola in Venus
il suo verde ricordo.
puzza di rinchiuso e umidità
la pelle fasciata nella carne,
la carne che suppura ciò che potremmo
essere ma non siamo stati. non siamo.
sono anni che nessuno passa la scopa
dentro vola la polvere per i cieli alti
i tetti bassi.
dentro vola la polvere per i cieli alti
i tetti bassi.
La polvere entra dalle finestre della mia casa
mentre noi
noi andiamo a vedere il feretro in piazza.
noi andiamo a vedere il feretro in piazza.
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