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Visualizzazione dei post da novembre, 2011

Giorgio Agamben- Homo sacer

Ho scoperto l'esistenza del filosofo G. Agamben grazie ad un mio professore, critico di letteratura e scrittore di romanzi, Daniel LInk, assai noto in Argentina. Una frase di G. Agamben sfilava sul suo blog. Diceva così, “No somos ni jamás seremos terroristas, sino aquello que ustedes consideran terrorista, eso somos”. Agamben è un filosofo italiano, anche se, purtroppo o per fortuna, più noto all'estero che in casa sua. L'anno dopo l'ho sentito in radio, nella trasmissione Uomini e profetti, di radio 3, per via del suo nuovo libro sulla vita dei frati che come San Francesco si allontanavano dalla città per creare nuove norme di vita. Sono rimasta folgorata, allora sono andata a prendermi un suo libro. In libreria, di lui ce n'erano pochi. Vergogna, le ho fatto capire al commesso che era pianamente d'accordo con me. Ieri ho finito Homo Sacer, un suo libro del 1995, un libro scritto per aiutarci a capire la nostra epoca, quelli intuiti che abbiam

Artefatto

L'operetta teatrale Animale di città , nel minuto 1:20 del primo video, seconda parte della trilogia-trittico Bestiario, presentata ad Artefatto il 11.11.11 e l'intervista nella quale mi sono dimenticata di dire che si tratta di un video-teatro-istallazione-operetta. Buona visione!

Aleluya

B. ha dato le sue dimissioni. è una giornata di sole. da tempo non si vedeva una giornata così limpida e fiduciosa, con il futuro sempre incerto se si guarda i governanti  radunati come lupi a spartirsi lo stinco leso prima della disfatta, certo, ma almeno è tornata la voglia di cantare l'alleluia, di andare in chiesa e lodare Yah Allah Dio Napolitano e per questa volta soltanto per questa volta i traditori infedeli.  che voglia ho di ballare in piazza e urlare è finito questo calvario è finito. è una giornata di festa. le campane dovrebbero suonare ogni ora un rintocco di alleluia finalmente se n'andato con la mano coprendosi la faccia della vergogna finalmente abbiamo fatto fuori uno. manca solo cacciare gli altri fuchi.  io, Eleonora Bevilacqua