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Visualizzazione dei post da settembre, 2010

Confessione di Maria Radoslovich

estratta e adattata dalla Storia inedita di Venezia §§ - trascritta sotto richiesta del Serenissimo Principe & del Ilm. inquisitore Francesco Mladineo - §§ “ Nel rogo in mezzo al cortile avranno da bruciarti quando confesserai di aver fatto nodi ai capelli, da un faisano aver succhiato il sangue, per mesi essere andata al letto col diavolo, l'ano avergli toccato, e di mangiare fecci, bere sangue tanto sangue di umano; quando ammeterai vivere di notte amante della luna colla mano toccarti e dopo senza più parole arderai sulle brace, lucciola.” Incisione sulle pareti della cella di M.R. --------I giudici si misero contro la parete del fondo dell'ampia stanza. Fecero entrare la processata, che disse: “Sono Maria, Maria Radoslovih, di Zara. Ho più di sessanta anni, tanti che ne ho perso il conto. Non so perché sono qui”. Doveva esserci uno sbaglio: non aveva fatto nulla: l'unica cosa era stata parlare di Ermolao, della volta che lo aveva visto arrivar

XIV

ho sentito dal bosco arrivare dei passi. una volta usciti sulla strada diventarono una signora che disse di aver visto una famiglia completa di farfalle. senza sapere come riconoscere una famiglia le ho cercate in vetta finché le ho trovate sopra una boassa fresca.

La costiera del golfo di trieste

Il golfo di Trieste va da Grado fino a Punta Salvore in Croazia. Nelle giornate limpide, magari dopo un po' di bora, a destra può vedersi Grado, e a sinistra dopo il tramonto, la luce del piccolo faro di Punta Salvore. A  Grado  la spiaggia è attrezzata con tanto di ombrelloni, sedie a sdraio, bar; perfino c'è una piscina. Per via della vicinanza colla laguna, le spiagge sono di sabbia lievemente melmosa, il ché le rende ideale per i bambini, per chi non ama le profondità (l'acqua anche se sei al largo ti arriva sopra le ginocchia), e per gli amanti delle terme e i bagni di fango. Le spiagge di Trieste invece sono di scogli, di sassolini, certe di cemento. Sono comode solo per quelli che non amano la sabbia. Tranne alcuni bagni e la costa di  Sistiana (vicino a  Duino ), di solito sono spartane. Lì se cifra la loro bellezza.  Quasi tutte sono sui piedi del Carso e perciò di difficile accesso. Nessuna ha la sabbia. Sulla costiera che va verso Sistiana, si possono trovare di

Il soffione degli Alpi (Medusa julica)

soffione o medusa julica Dal centro fecondo parte una chioma lunga e felpata. È la medusa della notte delle Alpi, quando le conchiglie e i pesci rimasero fossili tra le pietre. Fiore del cristallo spettinato che sulla pianura altri chiamano soffione. Va e viene, commercia colla speme ma da me solo spera che lo prenda chieda sui suoi capelli i miei tre desideri, soffi al cielo e poi che aspetti.

Passato Prossimo: Bagno Alla Lanterna (più noto come il Pedocin)

Vicino al vecchio faro, da Piazza Unità guardando verso il mare a sinistra, c'è lo stabilimento balneare "Alla Lanterna". Dicono che sia unico in Europa nel suo genere, cioè, in un punto del suo regolamento che fa sì che il bagno sia ancor oggi diviso in due settori: quello per gli uomini e quello per le donne. Unico in Europa per il fatto della divisione e anche perché i cittadini lo vogliono così. Infatti, i triestini ne sono fieri. Il bagno si chiama "alla Lanterna" ma tutti lo chiamano il Pedocin, che in dialetto vuol dire cozza. Il soprannome risale ai primi periodi e fa riferimento al fatto che di solito non c'è un fazzoletto di terra dove sdraiarsi e la spiaggia sembra zeppa di cozze piuttosto che di persone.  Adesso siamo a fine settembre. Ormai la stagione sta per finire ma il sole d'improvviso è tornato. Siccome nella guida di Trieste, città cha ama il mare e l'abbronzatura, non può mancare il Pedocin, approfitto per venire prima che

Sant'Anna ovvero i cimiteri

Aneddoto : A Trieste, nel palazzo dove James Joyce è andato a farsi ritrattare con sua moglie da un amico, si avvicinava il giorno dell'assemblea straordinaria nella quale si sarebbe discusso se mettere o meno l'ascensore. L'amministratore aveva convocato i condomini a recarsi nel suo ufficio. Chiese a uno di loro dove fosse la proprietaria Pelinco Ve ĉ e il vicino commosso disse che gli dispiaceva ma era a Sant'Anna. L'amministratore -che di sicuro non era triestino- decise di aspettare il suo rientro, intendendo che fosse in qualche casa di cura, il che non sarebbe stato strano se si pensa che Trieste è una città che vanta di avere il numero più alto di persone oltre la centinaia di anni. Aspettò qualche tempo ancora fino ad accorgersi che la signora non era in una casa di cura come lui aveva temuto ma era messa ancora peggio: era finita in cimitero, per i triestini, semplicemente, a Sant'Anna. Sant'Anna come quasi tutte le necropoli è uno specchio d

la cipolla

( La cebolla ) a volte sento  una voglia matta di tagliare una cipolla. non lascio scorrere  fredda  l'acqua non apro il rubinetto né ci tolgo lo sguardo : penso solo a me e piango  c on gusto. Finché gli occhi bruciano il mare  pizzica.