Zero Zero (scritto, prodotto e animato da Marco Pavone) è un cartoon in cui la musica non si arresta neanche un secondo. Tutt'altro, rincalza e accompagna i personaggi al vecchio stile della pantera rosa e di Tom & Jerry, solo che ora Tchaikovsky e Mussorgsky sono stati arrangiati dalla sensibile mano elettronica di qualcuno che si fa chiamare Luna (bel soprannome -se così fosse- per questo film).
Fra la musica, la fotografia e i disegni, il cartoon è davvero magico, di quelli che tengono grandi e piccoli (con o senza corn flakes) incollati alla poltrona. I personaggi sono come in tanti cartoon caratterizzati dai vestiti, dalle loro paure, i loro fallimenti e nei lieti fini magari anche dai successi. Non racconterò la fine, dirò solo che la nonna, che assomiglia alla Befana, verrà visitata dalla figlia (a sua volta, mamma rigida e brutta e rare volte anche dolce col vestitino a fiori sempre uguale), da lei, col marito balbuziente di occhiali grandi e dal nipotino Yuri, un bambino che a dire degli altri sta colla testa tra le nuvole ed è un fifone ( con quella famiglia che solo sa sgridare, difficile non esserlo). Lì, nella casa e nel bosco della nonna (dove la leggenda racconta che abita il Fantasma del bosco) avrà luogo la storia.
I disegni oscuri, a volte seppia, ci riportano negli anni della guerra, incorniciano il ricordo e sottolineano l'ora notturna in cui accadono i fatti, con un cielo simile a quello di L'Infanzia di Ivan, cioè un cielo tarkovskiano (non a caso il socio del padre di Yuri aveva quel nome). In questo ambiente Yuri (incoraggiato dal suo pupazzo) un giorno dovrà dimenticare le paure proprie e ereditate dalla famiglia per fare come tutti noi i conti con l'ignoto e cogli occhi che si nascondono nel buio.
Altamente raccomandato, Zero Zero è all'altezza di Mary& Max, L'ilusionista e Appuntamento a Belleville (Les triplettes de Belleville). Ma per non continuare a raccontarvelo, non mi resta che desiderarvi una Buona visione!
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