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Morbosità (piacere e morbo): Platone, Littell e Internet

Il 16 ottobre, il giorno dopo il raduno degli indignati a Roma che per colpa di un gruppo ridotto in numero non è mai arrivato in piazza, io ho scritto su Fcb:

"ci sono quelli chi fanno le fotografie alle vetrine rotte come se fossero il colosseo, ci sono i black bloc arrabbiati e incappucciati che vanno davanti il corteo con delle bandiere rosse e tanta voglia di spaccare tutto, ci sono le donne che dicono via via da qui, ci sono quelli che si guardano nel mezzo dell'esplosione come se si fossero persi e poi quelli che urlano indignati e quelli che camminano per strada col casco non si sa mai cosa può arrivare dal cielo e poi quelli che spaccano la madonna e quelli che ridono e quello che ha paura di venire filmato...c'è di tutto in questa folla che non ce la fa più."

La settimana dopo veniva ucciso a sangue freddo il tirano Gheddafi e in tutte le testate dei giornali compariva la fotografia fatte dai visitatori, e i video fatti dai ribelli col cellulare facevano il giro del mondo. Gheddaffi ha la testa piena di sangue. Gheddafi ha un revolver sulla tempia. Lo portano da qualche parte. I soldati urlano di fronte alla telecamera del telefonino. I soldati fanno le riprese, magari poi riescono a tirare su qualche soldi col video, penso si dicano.

E allora ho sentito lo stesso brivido che nel vedere la gente fotografando le vetrine rotte dei poveri commercianti. 
Nel frattempo, stavo e sto leggendo Le Benevole, il primo e credo l'unico libro di Jonathan Littel in cui parla del nazismo dal punto di vista di vista del boia, un ufficiale della SS, avvocato e omosessuale che entra nell'esercito per fuggire dalla carcere, luogo dove andavano a finire gli omosessuali.

In un passo del libro in cui si parla della curiosità dei soldati che vanno a vedere come fucilano gli ebrei per scattare delle fotografie e poi magari venderle,  e dell'ordine di Von Richenau che vietava assistere, scattare fotografie o partecipare alle azione senza autorizzazione, il narratore dice: "Eppure anche il desiderio di vedere quelle cose era umano. Sfogliando il mio Platone, avevo ritrovato il passo della Repubblica[...]: Leonzio, figlio di Agliaone, mentre saliva dal Pireo costeggiando dall'esterno il muro settentrionale, si accorse che c'erano dei cadaveri che giacevano vicino al boia, e allo stesso tempo desiderava di guardarli ma provava  ripugnanza e si volgeva dall'altra parte. Per qualche istante lottò con se stesso e si coprì il viso, ma poi, vinto dal desiderio, spalancò gli occhi e corse verso i cadaveri dicendo: "Ecco voi disgraziati, saziatevi di questo bello spettacolo". A dire la verità _ammette il narratore_ i soldati sembravano provare di rado l'angoscia di Leonzio, solo il suo desiderio[...]"
(Le Benevole, Jonathan Littel, Einaudi, 2006, pag. 97.)

In tutti i casi, si trova lo stesso piacere e la stessa ripugnanza nel guardare, solo che oggi il telefonino ce l'hanno tutti e quel telefonino e la prolunga del proprio occhio che prova ripugnanza ma non può non guardare. Non può non godere...

io, Eleonora Bevilacqua

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